Semantica e RankBrain

Semantica e RankBrain

RankBrain, ricerca semantica, entità… il mondo della SEO è stato sconvolto negli ultimi tempi. Abbiamo sentito parlare di concetti astratti, contenuti alternativi e inerenti, ottimizzazione per argomenti, insomma pare che le tattiche di vecchia scuola, legate principalmente alle keyword, siano superate. E’ davvero così?

Semantica e RankBrain

Il concetto è: se il contenuto è ormai l’aspetto più rilevante e dirimente nel posizionamento di una pagina web, noi SEO dobbiamo davvero rinunciare al targeting, alla creazione di link ed alla manipolazione del contenuto e dei parametri di pagina in funziona delle parole chiave? Davvero dobbiamo semplicemente “ottimizzare per pertinenza” e lasciar fare il resto a Google? Proviamo a rispondere a questa domanda partendo dal concetto di semantica. Ne abbiamo parlato anche nello scorso articolo, la ricerca semantica mira a migliorare l’accuratezza della ricerca cercando di comprendere l’intento di chi cerca, il significato contestuale dei termini e le relazioni tra le parole per fornire risultati di ricerca più pertinenti. Tutto è iniziato con l’aggiornamento Hummingbird di Google nel 2013: Hummingbird utilizza infatti l’intenzione e il contesto di ricerca (a differenza di singole parole chiave in una query) per garantire che “le pagine corrispondenti al significato facciano meglio delle pagine corrispondenti a poche parole”.

RankBrain, lanciato nell’ottobre 2015, fa parte dell’algoritmo Hummingbird di Google, ne condivide quindi lo scopo ma utilizzando una meccanica diversa. RankBrain è infatti un sistema di apprendimento macchina che comprende due componenti: la parte di analisi della query e la parte di ranking. Per la prima, RB tenta di interpretare meglio le ricerche (in particolare le rare e poco familiari “query a coda lunga”), associandole a query più comuni, in modo da poter fornire risultati di ricerca migliori in risposta. La componente di ranking, successivamente, analizza le pagine nell’indice di Google e cerca funzioni specifiche (ad esempio, utilizzo di determinati termini correlati) che rendano tali pagine ottimali per la query. Come lo fa? Fondamentalmente attraverso due step:

  • analizzando i risultati di ricerca più efficaci, secondo le metriche di soddisfazione degli utenti
  • cercando analogie tra le pagine di sui sopra

Le metriche in esame, che consentono a Google di capire quali possano essere le pagine che meglio rispondono alle query, sono quelle che già conosci: CTR (click through rate), bounce rate (o frequenza di rimbalzo), tempo sulla pagina e pogo-sticking. Quest’ultimo, lo ricordiamo, si verifica ogni qualvolta un utente entra nel tuo sito, esce quasi subito e clicca su un altro risultato in SERP. E’ quindi ben più negativo del bounce rate, che semplicemente indica uno scarso coinvolgimento (ma non sempre).
Risultato di questo processo? Le pagine che il motore di ricerca andrà a considerare come meritevoli potranno anche non contenere le parole esatte della query, ma saranno comunque  ritenute pertinenti. Google ha recentemente affermato che RankBrain è “coinvolto in ogni query” e influisce sul ranking “probabilmente non in ogni query ma in molte di esse”.

Devi quindi assecondare RankBrain?

Ci sono molti aspetti ai quali devi prestare attenzione se stai cercando di “abbracciare” la ricerca semantica, che dovranno portarti a scegliere su quali contenuti concentrare le tue pagine per intercettare parole chiave e argomenti e migliorarne la pertinenza. Quindi la prima domanda è: creare pagine intorno a singole keyword (vecchia scuola) o concentrarsi su argomenti più ampi, coprendoli in profondità (semantica)? Proviamo a fare un esempio per cercare di capirlo.

Immagina di avere un sito web in cui vendi dischi in vinile di seconda mano e stai cercando di scrivere un gruppo di articoli per un blog che possano rispondere alle domande più frequenti del tuo potenziale target di riferimento. Hai esaminato queste domande e, a quanto pare, quelle più comuni sembrano essere:

  • dove acquistare un vinile usato
  • acquistare un vinile a buon mercato
  • i migliori prezzi per un vinile di seconda mano
  • dove acquistare dischi rari
  • come scegliere un vinile usato
  • ordinare un vinile usato online
  • vinili in vendita
  • come esaminare un vinile
  • comprare un vinile del genere jazz

Con l’approccio della “vecchia scuola”, avresti dovuto di fatto creare tante pagine con pochi contenuti, anche se mirati ed ottimizzati intorno alle query, quante le principali keyword individuate. Dove sta il problema nel 2017? Questo tipo di contenuti non sarà mai considerato completamente e, forse, neanche parzialmente utile, e ancor di più su nicchie particolarmente competitive. Molto probabilmente, saresti superato da concorrenti che offrono risposte più complete, seguendo l’approccio della “nuova scuola”. Esso, basato invece sugli argomenti, implica la creazione di una singola pagina che copre tutti gli argomenti di cui sopra, ovvero “l’ultima guida all’acquisto del vinile”. L’idea fondamentale di questa strategia consiste nel non doverti preoccuparti della parola chiave, ma della costruzione di una risorsa completa, originale e di alta qualità… e Google farà il resto. Ma ne siamo sicuri?

Nel prossimo articolo affronteremo questo tema, ovvero se davvero è questa la via da seguire per un progetto SEO che garantisca risultati soddisfacenti.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.